11 gennaio 2016

DIFENDERSI OGGI

Damiano Colonnacchi

Ultimamente si è fatto un gran parlare del wing chun kung-fu, soprattutto dopo l'uscita di diversi film incentrati sulla figura del gran maestro Ip Man. Vogliamo quindi saperne di più intervistando l'istruttore sihing Damiano Colonnacchi.


Perché scegliere come disciplina marziale proprio il wing chun?  Il wing chun è una disciplina  di autodifesa completa in ogni dettaglio. Talvolta è sorprendente per l'avversario. Bisogna innanzitutto dire che questa arte non si conosce veramente né a livello mediatico né a livello pratico. E' necessario avere la fortuna di incontrare il maestro giusto (cosa assai rara!) e cominciare ad allenarsi con lui, seguendone gli insegnamenti alla lettera, senza mai cercare di agire di propria iniziativa. Molti stili divulgati in occidente non rispecchiano l'originale,  perdendone così l'efficacia nel momento del bisogno. In effetti anche il film sul maestro Ip Man, per motivi di copione, non rispecchia totalmente la realtà della tecnica del wing chun. Lo si può solo conoscere praticandolo.
E' necessaria una certa preparazione sportiva? No. Bisogna solo praticarlo assiduamente ed adeguarsi di volta in volta ai movimenti "insoliti" che la disciplina richiede.
Allora può essere uno sport per tutti? No, non per tutti. Richiede molta pazienza ed una certa apertura mentale.
Ip Man con il suo allievo Bruce Lee
Apertura mentale? Dobbiamo fidarci dei movimenti che ci vengono insegnati, specialmente nei momenti di maggior pericolo; quando cioè l'emozione ci irrigidisce e si tende ad agire fuori dai canoni della disciplina.
Occorrono molti anni di preparazione? Per una difesa personale adeguata un anno può bastare. Per raggiungere livelli molto alti occorre un'esperienza decennale o più...
Dopo un anno di allenamento cosa si può già affrontare? Ci si difende già bene da attacchi tipo calci e pugni, sia sferrati da chi conosce altre arti marziali, sia da chi è mosso solo dalla violenza. Inoltre si può già ottenere una certa stabilità strutturale, fondamentale per la nostra difesa. Per la lotta a terra e per l'uso di bastoni ed altro occorre un'esperienza ventennale.
Immagino che una donna sia penalizzata nel suo approccio al wing chun... Teoricamente no. Poiché la donna non presenta quei vincoli di rigidità muscolare che sono presenti nell'uomo. Non dimentichiamo che questa disciplina è stata codificata da una donna.
Dove si trovano le vostre palestre? In Italia ve ne sono diverse, ma solo poche sono fedeli all'originale. La più importante si trova a La Spezia, dove insegnano i maestri Rino e Antonio Bacino. Sono stati proprio loro a portare in Italia il wing chun di Ip Man.  


sihing Damiano Colonnacchi






Damiano Colonnacchi è nato a La Spezia. Inizia la sua carriera sportiva a quattordici anni con il canottaggio; in seguito si dedica a canoa, nuoto, sollevamento pesi, thai boxe, kick box; per poi approdare al wing chun nel 1995. Attualmente è istruttore sihing.

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