Spero che voi tutti abbiate trascorso festività serene ed appaganti... beh, proprio appaganti sarebbe troppo. Tenendo conto che c'è chi è senza lavoro, chi non l'ha mai avuto e chi ce l'ha, ma ne è schiavo. Sia ben inteso, schiavo non perché lavora troppo, guadagna molto e non riesce perciò ad uscire dal tunnel consumistico-esistenziale. Parlo di coloro che hanno un lavoro che non gli piace, guadagnano poco, si sentono sfruttati, spersonalizzati ed hanno la sensazione di non arrivare a niente.
Come può un povero cristo così infelice sentirsi appagato a Natale quando è d'obbligo la felicità, il regalo ed i parenti? Ed i suoi figli? Appagati da Babbo Natale o Gesù Bambino, che attendono religiosamente tutto l'anno? Magari riceveranno sì i doni desiderati, ma quanti sacrifici di genitori e nonni?
Allora, cosa può farci evadere gratuitamente (o quasi!) nei giorni di festa senza uscire (quindi spendere)? La televisione! Ma sì. La tata TV, che ci ha accompagnato in tutti i momenti della nostra vita. Io ho avuto la fortuna di avere genitori che alla mia nascita hanno buttato letteralmente via il televisore, e per diverso tempo si sono preoccupati loro di distrarmi. Però oggi... oggi come si fa a stare senza i programmi del mattino, per informarsi; la soap opera del pranzo, per rilassarsi; il contenitore del pomeriggio, per tutto ciò che è sensazionale nel bene e nel male; poi i telegiornali per aggiornarsi; il film di prima serata, per distrarsi; quello di seconda serata, perché non riusciamo a prendere sonno; e così via...
Ma la nostra vita vita, quando la viviamo? Siamo sempre coinvolti indirettamente. Mai protagonisti. Eterni spettatori.
A Natale appunto, ho tastato il polso alla società, rendendomi conto della pochezza non solo di contenuto (troppa grazia!), ma della forma, dello stile; constatando il disinvolto disinteresse (ma sì, usiamo questo eufemismo!) dei media nei confronti dei gusti e delle aspettative del pubblico.
Non amo trascorrere ore davanti allo schermo, ma a Natale tutto cambia; infatti mi è sempre capitato di assistere volentieri alla messa in onda di bellissimi film, commedie teatrali, balletti, cartoni animati, classici natalizi insomma, che la TV (bontà sua!) tira fuori dal cilindro magico (o dall'armadio ammuffito).
Quest'anno no! Niente. Negazione assoluta del clima natalizio come si è sempre inteso.
Abbiamo assistito al finto buonismo di certi pseudo-film grondanti melassa; mostruosi Babbi Natale o altre creature dall'inquietante ghigno, davanti al quale impallidirebbe anche il Grinch.; capovolgimenti dei valori camuffati da inviti al volemose bene dei salotti vuoti di mente e di spirito, che tanto tendono ad ospitare i paladini degli ultimi (come moda detta).
Il brutto. L'orrido alberga qui. La TV è morta. Prepariamone il funerale, attendendo di pagare il canone RAI in bolletta. Non solo, ma obbligati a rivolgersi ai canali a pagamento, dove forse qualcosa di ancora fruibile può esserci. Io mai.
Meglio il silenzio.
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